
Lavorare per l'equità e la parità nello sport.

L'obiettivo principale è quello di promuovere tra gli allenatori, gli insegnanti, gli atleti e i dirigenti sportivi la pratica paritaria e l'inclusione degli adolescenti nello sport, al fine di porre fine agli stereotipi di genere presenti in questo campo nei sei Paesi partecipanti.
Questo progetto è la continuazione del "Progetto AGES", che ha analizzato le differenze di genere nella pratica sportiva degli adolescenti e ha scoperto che gli stereotipi di genere sono ancora presenti nello sport. Le ricerche precedenti si sono concentrate sull'analisi dell'influenza dei genitori sulla pratica sportiva degli adolescenti, ma gli allenatori e gli insegnanti sono stati relegati in secondo piano, nonostante le ore di pratica sportiva che svolgono con gli adolescenti. Pertanto, senza tralasciare le altre parti interessate (genitori, dirigenti sportivi, atleti), gli allenatori e gli insegnanti saranno i principali destinatari del progetto.

Conoscere e comprendere le esigenze e le barriere presenti nello sport femminile per sensibilizzare allenatori, insegnanti, atleti, dirigenti e politici che lavorano con gli adolescenti sulle modifiche necessarie per rendere la pratica sportiva adolescenziale egualitaria e inclusiva nell'Unione Europea.
Formare allenatori e dirigenti che lavorano con gli adolescenti per lo svolgimento di una pratica professionale egualitaria e inclusiva attraverso corsi di formazione che saranno erogati di persona e online (corsi di e-learning).
Generare un decalogo di buone pratiche che includa le raccomandazioni necessarie agli allenatori e ai dirigenti che lavorano con gli adolescenti per conoscere gli aspetti più rilevanti da tenere in considerazione per la promozione dell'uguaglianza e dell'inclusione nella pratica sportiva.


I punti di vista e le opinioni espresse sono tuttavia esclusivamente quelli dell'autore o degli autori e non riflettono necessariamente quelli dell'Unione europea o dell'Agenzia esecutiva europea per l'istruzione e la cultura (EACEA). Né l'Unione Europea né l'EACEA possono essere ritenute responsabili.